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BUON ANNO

All’avvio di questo nuovo anno, sento il bisogno di lanciare i miei auguri. Questa rubrica si potrebbe chiamare “l’Italia che vorrei”, visto che da molti anni il Paese sembra aver smarrito la bussola e stenti a ritrovare la via. Un augurio voglio inviare a Nichi Vendola, un politico amabile dalla lingua forbita. L’augurio è che non soggiaccia pure lui al populismo ed al narcisismo oggi imperanti, perché nessuno di noi  ha il diritto di considerarsi insostituibile. Al re Mida di Gallipoli auguro di lasciar perdere finalmente la politica, giacché è ormai chiaro a tutti che ogni cosa lui tocchi va a finire in vacca (non ho detto cacca), basta vedere cos’ha saputo combinare in Puglia. Ad Antonio di Pietro, a cui va il merito di tifare per le guardie, in un Paese dove quasi tutti tifano per i ladri - basta vedere gli elogi a Craxi di questi giorni - auguro di fare pulizia nelle proprie stalle, perché è la periferia del partito il suo tallone d’Achille. Al sindaco di Bari, Michele Emiliano, auguro ogni bene, soprattutto perché ha avuto il coraggio di abbattere una mostruosità non solo per Bari, ma per l’intera Puglia, e sono contento abbia deciso di guidare ancora la propria città. Al prossimo sindaco della mia città, Manfredonia, auspico di avere lo stesso coraggio mostrato dal sindaco Emiliano, in realtà ne occorrerebbe molto meno, per restituire alla vista il nostro mare, imprigionato da capannoni e costruzioni orrende, non esclusa la scuola da me frequentata, capace di stimolare nostalgie di giovinezza, non certamente estetiche. Al sindaco di Foggia gli auspici migliori perché ce la metta tutta, come sta facendo, per tirare fuori la sua città dal degrado di questi ultimi anni. A Berlusconi auguro di amare di meno, molto meno di quanto abbia fatto finora; visto quello ch’è già successo, ora che ha tirato fuori dal suo cilindro di prestigiatore il Partito dell’Amore, cosa potrebbe ancora succedere? Alla nostra bella Italia, di ritrovare la memoria.

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