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CHI DIFENDE I NOSTRI BAMBINI?

Una volta era impossibile “usare” i bambini nelle trasmissioni televisive. Poi il divieto è stato eliminato, per farli soggetti attivi, non solo passivi, del rimbambimento mediatico che punta al massimo consumo attraverso la pubblicità. Ma non ci saremmo mai aspettati che potessero essere messe in campo due trasmissioni speculari come “Ti lascio una canzone”, della Rai, e “Io canto”, a matrice Madiaset, nelle quali bambini di età fino ai quattordici anni si esibiscono in canzoni da adulti, con atteggiamenti da adulti, ragionamenti da adulti e esibizionismo da adulti. Ma la cosa più sbalorditiva è che nessuno, né movimento politico, né associazioni culturali e di genitori o quant’altro abbiano trovato in queste indecenti trasmissioni nulla da ridire, neanche sull’orario che si protrae ben oltre la mezzanotte, quando i bambini, protagonisti e spettatori, dovrebbero essere a letto già da un pezzo. Non s’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra non risponde uno squillo. Tutti compenetrati nell’esigenza di estendere la pubblicità a tutte le fasce di età, quindi anche ai bambini. Non bastavano le Velone, a sollazzarci con i loro ridicoli “stacchetti”. Si dice che lo Stato fa la lotta alla pedofilia. Ma queste trasmissioni non sono una spinta alla pedofilia, mostrandoci i bambini come fossero adulti? Come sono lontani i tempi di Carosello e di mago Zurlì! E come indecorosi e senza ritegno sono questi tempi, esibiti sotto gli occhi di tutti, anche se tutti sembra non avvedersene.

                                     
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