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I DUE VINCITORI

Non stateli a sentire. Ancora una volta ogni partito dichiara di aver vinto le elezioni; ma i risultati elettorali dimostrano chiaramente che ogni partito ha ottenuto meno voti delle elezioni precedenti. Infatti, ci sono state milioni di persone che non sono andate a votare; precisamente, un italiano su tre non si è recato al voto, mentre altri hanno imbrattato le schede con frasi contro la partitocrazia e la corruzione della casta. Gli unici vincitori, in questo crollo verticale dei votanti, sono stati Bossi e Vendola. Il primo ha saputo conquistare un terreno abbandonato dal vecchio partito comunista, pur senza seguire la sua ideologia solidaristica, anzi portando avanti l’esatto contrario. Ha solo fatto proprio il metodo di agitazione sociale, la vita nelle sezioni, le feste paesane all’odore di salsiccia, il costante contatto con il territorio, il lavoro svolto città per città, quartiere per quartiere, famiglia per famiglia, sapendo con intelligenza fare della Lega un partito sia di lotta, a volte anche dura, che di governo, quando gli eredi del partito comunista si sono trasferiti armi e bagagli nei salotti televisivi, abbandonando la lotta e la cura della militanza politica. Vendola, da parte sua, ha fatto nascere più di cento “Fabbriche di Nichi”, un nuovo modello di organizzazione politica, dove l’elaborazione delle idee non viene svolta dall’apparato ma dalla base; ha incantato la gente con la parola, soprattutto i giovani, dimostrando che la fascinazione affabulatoria vale anche di più del deteriorato apparire mediatico. Anche lui, non solo non ha cancellato la memoria di lotte e radicamento sociale del vecchio partito comunista ma, senza farsi infiacchire dalla nostalgia, se n’è servito per portare avanti l’innovazione politica e la trasformazione della società. E saranno tempi duri per certi politici di professione se, con la nuova forza che gli hanno dato gli elettori, riuscirà a portare fino in fondo il suo programma.

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