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UNA BELLA E(LEZIONE)

E suvvia, non sono andate proprio male per la sinistra queste elezioni. Dopo che, povero Prodi, è stato ogni giorno mortificato, indebolito, sfibrato, annullato, delegittimato, sminuito, fatto logoro ed infine assassinato, cosa si voleva ottenere di più? Si poteva ottenere di meno, non di più. E poi finalmente un'elezione falcidia e giustiziera. Ogni giorni i nanetti si divertivano a prendere a pugni il gigante buono, troppo buono, per fargli perdere la faccia. “Ora basta!”, minacciava ogni volta, per farci credete ch'era lui il capo del governo, ma subito dopo compariva uno dei suoi ministri a contraddirlo, in nome della visibilità. Dopo però che il governo è caduto, ecco che la sorte, vestita da elettore, ha fatto pagare a questi irrefrenabili dileggiatori il loro fio. Ebbene, questa è una bella soddisfazione donataci dalle ultime elezioni. Sono stati condannati gli assassini. Nell'Italia del perdonismo e del condono, voluto ardentemente, a destra dagli amici di Previdi e Dell'Utri, a sinistra dai disobbedienti di Caruso e Luxuria, finalmente una severa condanna.

Ho partecipato, il 2 agosto scorso a Bologna, davanti alla stazione, alla commemorazione delle 85 vittime dell'attentato di quasi trent'anni fa. Ebbene, a cosa hanno pensato i “Sinistri”? A contestare il Ministro Damiano. Pensate, c'era gente proveniente, non solo dall'Italia, ma da tutt'Europa, per commemorare i morti di quella barbarie, e loro utilizzavano anche quella occasione per contestare un ministro del loro governo. Erano in quindici, in mezzo a cinquemila persone, e si sentivano i veri leoni della manifestazione. Così è avvenuto alle elezioni di due anni fa. Erano in pochi ma non si vedeva, avendo potuto nuotare nel grande mare del centrosinistra. Adesso che sono finalmente fuori, sono apparsi quelli che sono, col culo per terra.

Qualcuno mi dirà: “Ma sono scomparsi i comunisti, non è un male che non ci siano più i comunisti?”. Ma fatemi il piacere! Io li ho conosciuti i comunisti, quelli veri. Uno come Bertinotti, con quella erre moscia, gli occhiali appesi al cordoncino, i calzini quadrettati e la posa da narciso, lo avrebbero preso a pernacchie, nel vecchio partito comunista. I primi nemici dei comunisti erano, allora, del sottoproletariato urbano, che aborriva il lavoro e chiedeva solo assistenza. Il PCI del tempo aveva di mira gli operai e non l'Italia stracciona.

L'unico che mi fa pena è il povero Diliberto, alla ricerca del distintivo perduto. Ma abbia fede, l'Italia riserva anche ai nostalgici di un tempo che non c'è più grandi sorprese.

 

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