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DIMENTICARE EMILIANO

Nessun seguito, elettrocardiogramma politico piatto, nel cuore del PD. Ma Emiliano non poteva evitare di dichiarare che, se fosse stato eletto segretario regionale del Partito Democratico, avrebbe mandato a casa tutti i funzionari? Ve lo immaginate un funzionario di partito, che non ha mai esercitato alcuna professione, decidere d'un tratto di andare a lavorare? Credete a me, lui si è data la zappa sui piedi e non ha fatto altro che spingere i funzionari, che voleva colpire, a serrare i ranghi per mandare a casa proprio lui. Pensate che in provincia di Foggia più del 60 per cento di coloro che si sono recati a votare alle primarie hanno dato la preferenze al sindaco di un minuscolo comune salentino che quasi nessuno conosceva. È facile per Emiliano dire che lui non teme sconfitte, visto che ha sempre la libertà di tornare al suo onorevole ufficio e ritrovare la morbida poltrona su cui accomodare il generoso popone. Ma chi darà, al funzionario che lascia la politica, un'altra sedia comoda, un ufficio, l'auto di servizio e la possibilità - perché no! - di distribuire posti e favori a parenti ed amici? E poi non gongoli troppo, Michele Emiliano, perché già prima di lui Giovanni Berlinguer, ancora vivo Enrico, ha argomentato sull'aria asfittica che si respira nelle sezioni, per la presenza di funzionari che tutto assoggettano alla propria volontà di carriera. Del resto, i funzionari sono così irremovibili che non hanno avuto alcuna titubanza a rimuovere la questione posta da Giovanni Berlinguer e la memoria stessa di suo fratello Enrico, il quale aveva la fissa per la trasparenza e la questione morale. Occorreva aggiornare la politica e loro lo hanno fatto senza titubanza, mandando in discarica tutti i ferri vecchi dell'antica militanza. È finito il tempo dell'artigianato politico, adesso ci sono dirigenti che fin da giovanissimi si sono messi a stipendio, diventando veri professionisti della politica, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti!

 

 

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