Finalmente è stato trovato un modo per risolvere un grande problema che assilla le famiglie italiane. Il costo dei libri per i ragazzi che vanno a scuola. L'idea geniale è venuta ad un preside molto creativo, che si è detto: perché far spendere tanti soldi ai genitori, quando si potrebbe adottare una soluzione vicina al costo zero? La via è semplice, saranno i professori a scrivere libri per i propri alunni, e voilà, les jeux sont faits!

Saputa la notizia, il ministro della pubblica istruzione si è subito precipitata ad inviare a questo dirigente, così creativo, il proprio apprezzamento e si è detta favorevole ad estendere l'invenzione a tutta la scuola italiana, che giace in fondo alle graduatorie di tutto il mondo per qualità dell'istruzione. Così forse le cose andranno meglio; ma, se pure non andassero bene, sicuramente ci guadagnerà il bilancio familiare. E vadano a morì ammazzate tutte le case editrici che si sono affannate in questi anni a pubblicare i loro tomi pesanti e molto costosi. Possono bastare fascicoletti, con disegnini ed appunti leggeri, lievi soprattutto per le tasche degli italiani.

Alla notizia, le famiglie hanno subito osannato. Noi pensavamo che la Mariastella non valesse niente come ministro della pubblica istruzione; ma ci siamo ricreduti, altrochè se ci siamo ricreduti. E non riprendiamo, come sempre, a fare i cacadubbi, dicendo che così si mette in crisi la cultura, visto che oggigiorno si legge quasi esclusivamente nelle scuole, e che con gli appuntini s'insegna solo superficialità. Che ragionamenti sono questi? Eppoi, cosa proibisce ai professori di dare una sbirciatina ai libri stampati, per compilare gli appunti da consegnare agli alunni? Siamo in periodo di crisi e le famiglie non riescono ad andare neanche due tre volte al mese in pizzeria, figuriamoci se debbono sobbarcarsi anche il costo dei libri, che sono pesanti e i nostri ragazzi rischiano di rimetterci la schiena. Che dobbiamo fare con questi libri, mica si mangiano?