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I PROFESSIONISTI DELLA POLITICA

 

        L'uomo di governo è colui che ha le qualità richieste per arrivare ai posti più elevati della gerarchia e sapervi restare. Ma l’uomo di stato è colui che, per la vastità delle cognizioni e per la profondità delle sue vedute, acquista una coscienza chiara e precisa dei bisogni della società in cui vive e sa trovare la via migliore per condurla, con le minori scosse e le minori sofferenze possibili, alla meta alla quale dovrebbe o almeno potrebbe arrivare.
Ma il male è che nel Parlamento predomina la figura del politicante professionista e manca quella dell'uomo di stato. Col trasformismo, la Camera dei deputati viene diventando una parziale e fittizia rappresentanza del paese, giacché, di giorno in giorno, una quantità sempre maggiore di essi non rappresentano che una quantità di interessi essenzialmente privati, la cui somma è lungi dal formare l'interesse pubblico.
Nell'aggregazione di forze eterogenee si individua una degenerazione del sistema politico, in quanto il Parlamento perde il proprio carattere di luogo nel quale si confrontano differenti progetti di società e diversi programmi politici. In un sistema politico siffatto, il governo cerca di coagulare intorno alla propria azione il consenso di gruppi di deputati animati dalla semplice volontà di difendere i propri privilegi e le proprie prerogative, così i rischi del clientelismo si moltiplicano.
Questi rischi sono particolarmente forti nel Mezzogiorno, dove il mancato sviluppo di un'autonoma società civile e di una consolidata opinione pubblica ha ridotto i partiti a semplici fazioni, con a capo diversi notabili che si combattono tra loro per ottenere un seggio parlamentare o per le diverse cariche locali, in nome dei propri interessi e di quelli di più o meno grandi consorterie locali.

(Da Gaetano Mosca, politologo di fine Ottocento, il quale elaborò la prima definizione del trasformismo, nella sua opera “Teorica dei governi”).

 

 

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