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CI SALVERANNO QUESTI GIOVANI?

  

    Erano candidi quelli dell’85, che animarono gli scioperi nelle scuole medie superiori contro la politica della ministra Falcucci, chiedendo più soldi alla scuola e nessuno per la proliferazione degli armamenti nucleari. Non fecero molto per farsi sentire, ma la Ministra riuscì ad utilizzare la loro soft protesta per strappare al suo governo la bellezza di 4000 miliardi di lire da assegnare prevalentemente all’edilizia scolastica del Sud, anche se poi le amministrazioni locali non ne approfittarono per mancanza di progetti esecutivi da presentare.
    Quel movimento presto finì, ma le sue proteste si trasferirono nelle università con la nascita della Pantera, un movimento studentesco contro la riforma universitaria, che da Palermo si estese a numerose università italiane. Furono convocate assemblee d'ateneo in ogni città, per discutere del progetto Ruberti, che avrebbe portato ad uno svilimento del valore delle facoltà umanistiche e un declassamento degli atenei minori, incapaci di reperire autonomamente i fondi per le ricerche. Anche questo secondo movimento si spense da solo, verso la primavera del 1990.
    Abbiamo dovuto aspettare  diciotto anni, per sentire ancora qualche sussulto giovanile e fu l’Onda, termine usato per definire il movimento di studenti universitari e medi nato per protestare contro la decisione del governo di ridurre drasticamente il fondo per il finanziamento ordinario degli atenei. Ma l’onda finì in risacca, per restare placida fino a qualche anno fa, quando è ripreso il suo rimestare. Questa volta, però, i giovani sembrano fare sul serio, opponendosi alla Gelmini, la quale ha contro di sé la propria assoluta ignoranza delle cose di scuola, l’atteggiamento da monaca antipatica e l’incapacità di ascoltare nessun altro che il ministro Tremonti, di cui è lei stessa una protesi.
    Durerà questo movimento o farà la stessa fine di quelli che l’hanno preceduto? Certo i giovani hanno tanto di cui lamentarsi e spero questa volta non tornino indietro alle loro consuete occupazioni: mangiare, vestirsi, godersela e fottere.

 

 

 
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