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HA PERDONATO?

Alzi la mano la donna che non abbia subìto almeno una molestia sessuale nella vita. Ecco, vi vedo tutte col braccio levato. La mano morta nell'autobus, la gambetta semovente nel treno, il lettino del medico sporcaccione. La donna è ancora questo, per certi maschi, un delizioso bocconcino da addentare, senza troppi scrupoli. Ma non mi va certo di ripetere le contumelie fallimentari delle femministe in naftalina che, per avercela con tutti gli uomini, sono riuscite a mettersi contro anche le donne. Pure adesso, in quest'alba fosca del terzo millennio, la donna è preda e l'uomo cacciatore. Con tutte le libertà che si hanno, la possibilità di evitare figli non voluti e le prostitute a due passi da casa, la situazione è ancora questa.

Certo, ciò non ha nulla a che fare con la bestialità degli stupri, a cui c'è già qualche giornalista che cerca di dare una giustificazione. Il povero panettiere violentatore di capodanno aveva fatto un mixage di alcol e droga, era fuori di sé, ma non ha mai arrecato molestia, neanche ad una mosca. Ed ancora per poco resisteranno a non assolvere i quattro animali usciti fuori delle loro fogne. Presto, qualche giuliva giornalista ripeterà la solita frase rivolta alle vittime: “Ha perdonato?”

Del resto, già sono venuti dei segnali che fanno parte del clima di cui parlavo prima e c'è chi gioca sulla pelle delle donne. Ha detto qualcuno: “Per evitare simili cose, dovremmo mettere tanti soldati quante sono le belle ragazze italiane…”. E, in risposta a chi si è scandalizzato, consapevole che alcune di queste donne non saranno capaci di toccare un uomo per tutta la loro vita ed avranno una sessualità disturbata, ha ribattuto: “Ma il mio era un complimento alle ragazze italiane… io penso che in ogni occasione serva mantenere il senso della leggerezza e dell'umorismo”.

Sono convinto che su questo dramma nessuna donna scherzerebbe e, se ne avesse la possibilità, farebbe leggi molto più serie, di quelle che consentono ad un magistrato di liberare uno stupratore dopo poche ore, eliminerebbe cavilli e formalismi ultragarantisti che intralciano il processo penale, onde assicurare finalmente la certezza della pena.

 

 

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