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FRUTTA E VERDURA

Il ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, dopo aver dissanguato la scuola, forse per farsi perdonare, ha deciso di rispondere all’esigenza di praticare una dieta sana, avvertita dai genitori più attenti; per quanto ancora una larga parte della popolazione viene allattata ai messaggi televisivi, che invitano a consumare patatine, merendine, cibi pronti, e bibite zuccherate a go go. Ha capito, il ministro, che molti ragazzi frequentanti le scuole dell’obbligo sono obesi, hanno mammelle senza differenza di sesso, con conseguenti danni alla salute e costi altissimi per il servizio sanitario nazionale. Ma siccome fin dai primi anni di vita si può trasmettere una buona o cattiva  alimentazione, il suo progetto per combattere l’obesità infantile vuole avviare a scuola la tutela della salute, sia attraverso la distribuzione di opuscoli illustrativi e sia, soprattutto, estendendo la ginnastica fin dal primo ciclo della scuola dell’obbligo. Inoltre, usufruendo di un finanziamento europeo, nelle scuole saranno installati distributori automatici di frutta e verdura. ”Non più, quindi, porcherie a merenda ma frutta fresca”, ha detto il ministro “che insieme allo sport contribuisce ad una vita sana”. La distribuzione di frutta e verdura a scuola è un modo efficace per formare i futuri consumatori di prodotti genuini del nostro territorio, invece che frequentatori dei Mac Donalds. Promuovere la frutta nella dieta in età scolare e nella didattica significa, anche, avviare un’azione di prevenzione delle malattie cardiovascolari e oncologiche, causate da una cattiva educazione alimentare. C’è solo un problema. Ho ascoltato la discussione di alcune madri, che attendevano l’uscita dei figli da scuola. E dicevano: “Il preside non può obbligare i bambini a mangiare frutta, se i nostri figli vogliono il panino debbono mangiare il panino”. Allora, ministro Gelmini, non basta mandare i figli a scuola; occorre mandarci anche le madri… ed i padri, naturalmente!

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